A cura di Giorgio Stella del Gruppo Rodolfo Namias.
Questa tecnica di stampa fa parte del grande gruppo dei processi ai sali di ferro, nei quali si sfrutta la sensibilità alla luce del ferro trivalente in presenza di acidi organici.La soluzione sensibile è costituita da ossalato ferrico e cloroplatinito di potassio con quantità variabili -fino alla sua completa sostituzione- di cloruro di palladio. Dopo l’esposizione a contatto sotto un negativo, si immerge il foglio in una soluzione la cui composizione può variare in funzione del tono desiderato e nella quale l’immagine appare immediatamente. Seguono dei lavaggi a diversa composizione per asportare completamente i sali di ferro, i cui residui possono comportare il decadimento della carta nel lungo periodo. La caratteristiche principali della stampa al platino sono la sua grande estensione tonale, la delicatezza della resa nelle alte luci, e l’illimitata capacità di conservazione dell’immagine, essendo il platino un metallo nobile.