La chiamano “L’isola della salvezza” gli abitanti di questa comunità nascosta e silenziosa. Quando ci passi vicino, sulla trafficata strada che da Mosca porta a Yaroslav, quasi non ti accorgi della sua esistenza, eppure è un centro spirituale, educativo e culturale unico in tutta la Russia. Fondata nei primi anni 90 da un prete ortodosso, doveva essere inizialmente una confraternita di una trentina di persone, riunite per vivere insieme secondo i principi del vangelo e dei santi padri. Con il tempo è diventata una comunità che oggi accoglie 300 ragazzi, molti dei quali disadattati o con problemi familiari. Niente Tv, internet, cellulari e niente denaro, considerati mali della società. Si zappa la terra, si studia, si balla. Si forgia l’anima e si allena il corpo. I valori supremi sono Dio e la patria. Un’utopia educativa fuori dal mondo ma immersa nella storia, dove l’impegno di tutti per un cambiamento individuale e crescita armoniosa mantiene viva la speranza.

“Viaggiare significa anche essere testimoni dei luoghi che visitiamo e indaghiamo. Se a margine c’è anche un progetto di ricerca finalizzata, il viaggiare diventa studio, osservazione, interpretazione del reale visibile. Proprio quello che è avvenuto tra l’Isola della salvezza, Francesco Comello e la fotografia, in un lungo dialogo affascinante e di prospettiva. La fotografia sollecita e stimola alla conoscenza, permette di soddisfare ogni curiosità, determina forme e dimensioni della tessitura iconica, dà contenuti a osservazioni e punti di vista. Un mondo che si scopre, che apre le porte e si lascia indagare, interpretare, studiare, è un universo nuovo. Le immagini poetiche, dolci, musicali, vissute intensamente, costruite al filtro di una speciale sensibilità, sono collocabili tra ricerca (tanta) e reportage (poco). Sono cariche di simboli e di metafore, frutto di osservazioni attente, di taglio concettuale che articolano la cifra portante delle valenze culturali dell’Isola, un mondo inesplorato nel quale le atmosfere sono indefinite e indefinibili e i silenzi sublimi e solenni. Una comunità di Bisognosi, Emarginati, Ultimi. Un luogo a più dimensioni espressive che la sensibilità dell’autore ha indagato in un bianco e nero sobrio, curato, elegante e calibrato in una tessitura iconografica di buon pregio stilistico. Come ha fatto Francesco Comello nella comunità di Yaroslav, in Russia, fondata da un prete ortodosso seguendo i principi del Vangelo e dei santi padri. Un contesto nel quale si dà concretezza alle proprie consapevolezze plasmando l’anima e allenando il corpo. “I valori supremi sono Dio e la patria. Un’Utopia educativa fuori dal mondo ma immersa nella storia, dove l’impegno di tutti per un cambiamento individuale e crescita armoniosa mantiene viva la speranza”, dice l’autore. Frammenti linguistici coordinati e collegati da un filo conduttore invisibile in uno straordinario mondo nel quadro di sensazioni e percezioni che Comello trasmette con amore. Il tempo appare fermo, immobile, silenzioso; domina una dimensione antica, ancestrale, radicata. Traspare fiducia verso il prossimo ed è viva la speranza in un mondo migliore che dia all’individuo una più giusta e adeguata collocazione. “Ho incontrato una umanità fatta di cose semplici”.
Fausto Raschiatore

 

FRANCESCO COMELLO

Nato a Udine nel 1963. Dopo aver frequentato la Scuola d’Arte, si diploma e comincia a lavorare nel campo della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione. Negli ultimi anni intensifica il suo interesse per la fotografia. Dai viaggi in realtà lontane e culturalmente diverse dalla sua, dalla sua visione  dell’umanità, nascono  i suoi  racconti fotografici dalle atmosfere rarefatte e poetiche.

 

Dal 22.09 all’1.10. 2017

Oratorio di Santa Marina